Tutelare i beni culturali

Tutelare i beni culturali è salvare la nostra identità

Il Giornale di Vicenza - martedì 28 gennaio 2014

SPECIALE SOLIDARIETA’

XXIV - Beni e attività culturali

IL VOLONTARIATO CHE SALVAGUARDA LA STORIA DELLE NOSTRE COMUNITA’

Tutelare i beni culturali è salvare la nostra identità

L'Italia è nota in tutto il mondo per l'infinita ricchezza del suo patrimonio culturale: dall'arte alla letteratura, dall'architettura ai siti archeologici, non c'è an­golo della penisola che non rive­sta una qualche importanza dal punto di vista del valore stori­co, artistico o documentario. L'attività delle associazioni di volontariato operanti in quest' ambito, dunque, è potenzial­mente variegatissima; alla ba­se di tutto, comunque, c'è sem­pre la volontà di mantenere viva la coscienza del cammino che ha portato fino a noi, ai nostri giorni, al mondo di adesso. "Ad esempio, la realtà associativa della quale faccio parte - rac­conta il volontario Rinaldo Bres­san - si occupa del recupero e della salvaguardia degli archivi storici delle comunità presenti sul nostro territorio. Un'attività a corto raggio, certo, ma fonda­mentale a nostro avviso nell'ot­tica documentale; ciò che è ri­portato negli archivi è, in senso letterale, la nostra carta d'identi­tà: contiene la nostra storia, ci aiuta a capire davvero chi sia­mo".

Un piccolo esempio, quello ri­portato da Bressan, che però aiuta a comprendere cosa spin­ge le persone che uniscono i propri sforzi nel volontariato cul­turale: non è forse vero, infatti, che qualsiasi testimonianza del nostro passato costituisce un dato imprescindibile della nostra "carta d'identità"?  Una tes­sera del mosaico che raffigura la nostra società, la comunità nella quale viviamo e operia­mo? Insomma, una fonte di co­noscenza di sé e di autoco­scienza per tutti noi?

Questo discorso vale tanto di più per un territorio come quel­lo vicentino, che di cultura e sto­ria è pieno e che, caso più uni­co che raro, può vantare una cit­tà capoluogo il cui centro stori­co è stato nominato, nella sua interezza, Patrimonio dell'Uma­nità. E non finisce qui: la terra del Palladio offre infatti moltissi­mi tesori artistici e culturali da (ri)scoprire, proteggere e far co­noscere.

"L'importante - dice Bressan - è smettere di concepire l'inte­resse per le testimonianze del passato come un atteggiamen­to anacronistico e inattuale: proprio la volontà di compren­dere appieno il mondo odierno ci spinge a ricercarne le origini che possano spiegarcelo".

La salvaguardia documenta­le, così come il recupero di un reperto archeologico o il restau­ro di un'opera d'arte o di un palazzo antico, sono quindi da in­tendersi operazioni rivolte autenticamente, e nello stesso tempo, al passato, al presente e al futuro: nel "prima" si cerca­no infatti le risposte alle questio­ni che sorgono di fronte al "qui e ora", così da affrontare con maggiore consapevolezza il "poi". "L'ideale della conserva­zione e della documentazione che ci guida nell'attività di vo­lontariato - prosegue Bressan - non punta alla realizzazione di una raccolta fine a se stessa, ma deve contribuire all'aumen­to del nostro sapere. Il passato, da questo punto di vista, dev' essere considerato come l'in­sieme delle esperienze che qualcun altro ha vissuto prima di noi, dal quale trarre i giusti in­segnamenti e le indicazioni allo scopo di non ripetere gli stessi errori e di, trovare soluzioni ai problemi di oggi".

Grazie al volontariato cultura­le, appare più chiaro il perché l'oblio o la cancellazione di una testimonianza rappresenti sem­pre una perdita irreparabile: ciò che viene a mancare è un pez­zo della nostra identità, senza il quale sarà più difficile in futuro riconoscersi.

800.000  -  I  VOLONTARI  ITALIANI

In Italia ci sono 4.200 musei e 2.000 siti archeologici: Gli studi più recenti confermano che il consumo culturale è cresciuto in modo significativo negli ultimi 10 anni, anche in piena crisi, e non a caso secondo una recente ricer­ca dei Censir il 41,3% degli italia­ni crede che il principale motivo di speranza per il futuro stia nel fatto che l'Italia è il Paese più bel­lo del mondo.

Date queste premesse, sono oltre 800 mila i volontari che presidiano musei, chiese, siti archeologici, monumenti, beni artistici, parchi e riserve naturali dedicando parte del proprio tempo per garantire l’apertura di luoghi altrimenti negati ai visitatori, per contribuire alla loro tutela e conservazione (il report sul Terzo settore realizzato da UníCredft Foundation rivela che le associazioni di carattere cultural-ricreativo sono il 45,2% di quelle italiane). Articolati nelle attività delle grandi associazioni e nella miriade di istituzioni cultu­rali che si reggono grazie al con­tributo di volontari, il fenomeno coinvolge centinaia di migliaia dì persone e si regge sulla consa­pevolezza poco teorizzata ma molto diffusa che il bene culturale sia un bene comune e che la sua tutela sia vissuta come fatto molto coinvolgente e motivante, oltre che necessaria, a far fronte dei consistenti e costanti tagli che il settore dei beni culturali ha subito negli anni da parte dei governi che si sono succeduti.

 

Un'attività ancor più significativa se pensiamo al patrimonio della cultura vicentina.

“Cerchiamo nel passato le origini del mondo di oggi e impariamo a conoscerci”.